un anno della nostra storia, ricostruito tra "fumi" di documentati ricordi, a futura memoria.
L'Archivio della memoria non deve estinguersi con la vita di chi lo possiede.
Le generazioni che cedono il passo hanno il dovere di conservare e trasmettere traccia del loro vissuto
Ci sono state dueenormiesplosioninella musicapopolareamericanadegli
ultimi anni-Connie Franciseil Twist.
Entrambi hannoscossoil mondo della musicae hanno
lasciatosenza fiato. Entrambihanno portato una tempesta nel paese. Era
inevitabile cheConniee il Twistsi unissero. Doveva succedere. Proprio come l' 'hot fudge'sulgelato alla vanigliao le patatine frittecon la bistecca, questiappartengono allo stesso insieme: la cantante numero uno in Americae il ballo numero uno dell'America! Questo è il risultatodell'incontro.
Connieporta la sua artee la sua abilitàche l'hanno portata ad essere
una star mondiale, mentreil Twist con il suo ritmoche pulsaed esplode fa il resto.
Un giorno, forse, dell' "epoca del twist" rimarrà solo questo
ricordo tangibile: l'album dei successi di Peppino di Capri dell'interminabile
estate 1962. Perché, è bene ricordarlo, fu proprio il giovanissimo Peppino a far
conoscere in tutta Italia la nuova danza nel corso di una trasmissione
televisiva ("Studio Uno") rimasta memorabile. Il titolo di quel fortunato
motivo, nato in un modesto locale di New York balzato all'improvviso sulla
cresta dell'onda della celebrità, apre la serie di successi presentati da questo
microsolco che è un pò il catalogo dei twist che hanno riscosso il maggior
successo e che hanno fatto ballare giovanissimi e non più giovani lungo le coste
di tutta la Penisola e nelle più celebrate località di villeggiatura. "Twist" e
Peppino di Capri sono infatti un binomio indissolubile o quasi [...].
Ma Peppino di Capri è troppo eclettico come interprete e
troppo smaliziato come artista per ancorarsi definitivamente ad un genere,
fortunato fin che si vuole, ma pur sempre effimero. Lo dimostrò all'epoca del
"Rock", a quella del "cha cha cha" e lo dimostra oggi nell'epoca del
twist.
Perché, se è vero che il primo titolo di questa raccolta è un
"classico" del twist, l'ultimo sembra ipotecare un futuro molto vicino, tanto
per non smentire il tradizionale "fiuto" di Peppino di Capri. [...]
Ha festeggiato il suo 24° compleanno nella serata di apertura
a “La Bussola” di Bernardini in Viaregggio..
Più giovane di quattro ragazzi e
due ragazze, Carl ha ereditato la sua chitarra a 12 anni dai suoi fratelli
maggiori. Insieme al suo fratello John, batterista, Carl ha suonato in numerosi
gruppi prima di formare quello attuale: "the Commanders".
Durante questo periodo Carl era un bravo studente, un buon
organizzatore e un atleta eccezionale, giocando a football semi-professionale. È
stato eletto per sei anni, fino al diploma, rappresentante degli studenti, in
una scuola con più di 3000 ragazzi e ragazze. […].
Quando suonano o
cantano il "madison", i loro corpi sembrano sotto l'effetto di una scarica
elettrica. È una musica ad alto voltaggio, una specie di elettroshock che
corre sul filo del pentagramma. Carl Holmes ed i suoi Commanders sono
giustamente considerati i "grandi sacerdoti" della danza oggi di moda.
Quando arrivarono in Italia, [nell'estate del
'62] il madison era sconosciuto anche agli esperti più aggiornati di "dolce
vita" notturna. Giunsero da noi sulla scia del successo riscosso al celebre
"Peppermint Lounge" di New York: quasi un tempio consacrato al culto dei balli
più moderni. Nel nostro paese, conquistarono subito proseliti: ai
villeggianti della Versilia prima, ai nottambuli milanesi poi, piacque il loro
curioso modo di suonare (un irresistibile cocktail di musica, canto e danza) il
loro ritmo irresistibile, la comunicativa, l'umorismo che sanno mettere in tutte
le esecuzioni.
Se il madison ha attecchito anche il Italia, il
merito è in gran parte di questo scatenato complesso, che considera la
professione come una missione, e la canzone come un messaggio. Insieme ad Al
Brown, inventore della pittoresca danza (il suo "Madison time" è ormai su tutti
i giradischi più "a la page") Carl Holmes può considerarsi un "antemarcia" del
madison.
Basso, volto aperto e simpatico, eternamente
sorridente, Carl Holmes è una vedetta della musica leggera negra. Nato a
Filadenfia venticinque anni fa, da ragazzo era uno studente modello e (così
riferiscono attendibili biografi), un calciatore provetto. Poi, trovata una
chitarra, la musica ebbe il sopravvento e, nel 1959, insieme al fratello John,
formò l'attuale complesso. Pochi mesi dopo, quando l'orchestra marciava ormai
spedita ed affiatata, conquistò il favore dei giovanissimi newyorkesi. Infine,
col madison, il grande successo. Se il "Peppermint Lounge" era il regno di
Chubby Cheker, Carl Holmes dopo una scrittura vantaggiosa nello stesso locale,
forse per dimostrare che non temeva confronti, passò ad uno dei più eleganti
club di New York: il "Round Table" [...]
Dick Dale è l'uomo che fa nascere la 'surf music', un genere
musicale che ha origine all'inizio degli anni '60 nella California del Sud.
Sebbene esista qualche precedente, è solo nell'estate del 1961 che, con
'Let's go trippin' di Dick Dale & the Deltones, nasce
ufficialmente il surfing sound: un vero e proprio tentativo di esternare
attraverso gli strumenti, in particolare la chitarra, le sensazioni e l'ebbrezza
suscitate dal cavalcare le onde dell'oceano su una semplice tavola. [...].
"ENCICLOPEDIA
ROCK ANNI '60" a cura di Riccardo Bertoncelli - ARCANA EDITRICE (1985)
Mi è stato chiesto di mettere giù queste note, non so se è
una buona idea. Tutto quello che scrivo di Shirley Bassey è orientato fortemente
a suo favore. Sono suo marito.
Quando Vic Lewis ci ha comunicato che nel tour di Shirley per
l'Inghilterra, ci avrebbe accompagnato Nelson Riddle, eravamo molto emozionati;
siamo dei suoi grandi ammiratori.Trascorsi i dei dieci giorni del tour, di ritorno,
qualcuno ci ha suggerito di fare un Lp insieme. L'idea ci sembrò impossibile, perché
Nelson era sotto contratto con un'altra etichetta discografica. Ponemmo
ugualmente la cosa a Norman Newell che entusiasta si è messo subito al lavoro per
realizzarla. Io e Shirley gli saremo eternamente
grati per essere riuscito in questo obiettivo. [...]
Perché
sonopiccola-moltopiccola-sono
alta quattropiedi-e
undici
pollici,
e
per il mio modo di fare e di cantare,
un
sacco di gentediceche
sonoun
nano.
Beh,
ionon
sono unnano-Sono
solo unaragazza
che
speraancoradi
crescereun
po'.
Questa
storia del "nano" è
iniziataa
Parigi,
nel
1959,
dove
hocantato
alcuni
dei mieitipici
pezzi in stile blues.Ilgiornalista
di un quotidianofrancesescrisseche
nessuno
a
sedicianni,potevacantare
in quel modo,
così
scrisse che ero un nano di 32 anni!
Ungiornaledi
Atlanta
rispose di rimando che
sedici era la mia vera età mostrando a prova di quanto scriveva,
copia del mio passaporto. […]
(Radio Luxembourg book of Record Stars - jarrold & sons ldt, 1963)
In
un mondoche
èsul
punto di
mandare
un uomosulla
luna,
si sta facendo sempre più difficile
la possibilità di attirare
l'attenzione.Interpretitelevisividevonorassegnarsia
condividereil
loro pubblicocon
un cesto dimaglia
oun
cruciverba;
animatori
di night
clubdebbono
imparare acompeterecon
la conversazione.Ma
in tutto questo, arrivauna
ragazza-ancora
adolescente-con
una vocerisonanteinfallibile,
equilibriostraordinario
ebuon
sensoprofessionale,
e
una profonditàdi
sentimentoemotivo
chefarebbe
onorea
una donnatre
voltela
sua età.E'
una ragazza chepuò
ottenere
con
una canzone, più attenzioni
di quelle chei
ragazzi
di
CapeCanaveralpossono
avere mettendo in campodei
missili...una
ragazza il cuifavolosotalentopuòeclissareil
lavoro a magliae
cruciverbae
la conversazione.ArrivaBrenda....e
questo è tutto