giovedì 28 giugno 2018

EMEROTECA della 4ª settimana (21 gennaio - 27 gennaio)

 
Una volta l'anno, dinanzi a tutti i magistrati della corte ed alle più alte cariche dello Stato, il procuratore generale espone i criteri cui dovrebbe informarsi l'opera della magistratura, fa un bilancio della criminalità e dei fenomeni ad essa connessi, suggerisce eventuali riforme nella legge penale.
L'inaugurazione dell'anno giudiziario è dunque un momento importante nella vita morale d'un paese: è infatti soltanto in quell'occasione che la magistratura, anziché parlare per sentenze applicate a casi specifici, parla per idee generali ed assume una sua posizione politica.   Ed è in quel momento che l'opinione pubblica ha il diritto di dare a sua volta un giudizio sui propri magistrati.[...]
Sono gravi i discorsi del procuratore generale della corte di cassazione [...] e del procuratore generale della corte d'appello di Milano [...]: due campioni, a quanto sembra, d'un ritorno al passato nelle idee e n ei metodi che, se ascoltati, farebbero fare alle nostre istituzioni un salto indietro d'almeno sessant'anni per quanto riguarda materie delicatissime come il diritto familiare, il diritto d'associazione, la libertà di pensiero.   Perfino istituti che ormai siamo abituati ad identificare con le stesse apparenze esterne della democrazia, quale quello dei giudici popolari di corte d'assise, sono stati rimessi in discussione: [...] la loro abolizione almeno in grado d'appello.   E' stata attaccata la legge Merlin che abolì la prostituzione di Stato, antico e vergognoso residuo d'un passato ormai scomparso da tempo in tutti i paesi civili.   [Si] è arrivato perfino a criticare la corte di cassazione a proposito d'una sentenza emessa [...].   Affermava il diritto della moglie separata di usare soltanto il proprio nome, non accompagnato da quello del marito; ma il procuratore generale [della corte d'appello di Milano] ha sostenuto che la nostra legge « afferma il concetto della soggezione della moglie alla potestà del marito ». [...] Perfino il diritto di sciopero è stato rimesso in discussione quasi che fossero passate invano le conquiste di libertà delle masse operaie che ormai fanno corpo con la civiltà democratica dell'Occidente.
Se la magistratura italiana crede con questi atteggiamenti di rivendicare la propria indipendenza, essa commette un errore d'incalcolabili conseguenze: non c'è sorte peggiore per un paese che avere una magistratura apparentemente libera ed in realtà schiava dei pregiudizi e delle più logore tradizioni.
 
 
 
Eduardo De Filippo, uno degli attori più dotati che abbia oggi il teatro italiano e, nello stesso tempo, uno dei più cari al pubblico, è l'interprete di una serie di farse e di commedie da lui stesso composte nella sua lunga carriera.
 

 
Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello hanno definitivamente detto no alla televisione che li aveva interpellati a proposito di una loro partecipazione [...].   Ugo Tognazzi è stato, dei due, il più deciso in quanto teme che la TV possa bruciare la loro buona fama di comico che si è acquistata grazie al cinema e, anche, alla stessa televisione; Vianello lo ha seguito su questa strada. [...]

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