Uno dei più gravi problemi della società moderna è rappresentato dalle ragazze madri. L'ignoranza sessuale, favorita anche dalla miseria, la sfrenata libertà di cui godono i giovani, la generale rilassatezza dei costumi, la febbre di vivere che domina le nuove generazioni, portano molte giovani donne, alcune ancora quasi bambine, a commettere un errore che segna in maniera irrimediabile tutta la vita. Solo la società può ovviare a questo male.
La piazza di un piccolo paese del Mezzogiorno. Deserta, squallida sotto il sole. Un caffè. Davanti al caffè, seduti ai tavoli o in
piedi, diversi avventori. C'é un gruppo
di giovani impegnati in una animata discussione. Al centro del gruppo, un bel ragazzo tiene
banco. Parla con disinvolta sicurezza. È uno studente universitario. Mentre parla sorride. Parla di sé, delle cose del suo paese, del
mondo. Gli altri lo ascoltano e lui è
felice. Dall'altro lato della piazza si
staglia nitida nell'aria chiara una graziosa figura di donna. È elegante.
Bella. Attraversa lentamente lo spazio vuoto. S'avvicina al caffé, al gruppo dei giovani,
al bel ragazzo che parla e sorride. Il
volto di lei è freddo, imperturbabile.
Improvvisamente un gelido silenzio avvolge la piazza. Il giovane non sorride più. gli occhi della
gente fissano la fanciulla immobile nel sole. È un attimo.
La ragazza apre la borsetta. Estrae una rivoltella e spara. Il bel ragazzo colpito in mezzo alla fronte
stramazza al suolo fulminato come un bue al macello [...]. La sparatrice si chiama Consiglia S., ha 22
anni. È una ragazza madre. Il suo bambino senza padre è nato in carcere.
Antonella P., di professione domestica è stata recentemente
condannata in Corte d'Assise ad una pena abbastanza mite. Non avendo altro mezzo per sfuggire alla
vergogna e alla condanna dei genitori e della società, ha strangolato il suo
figlioletto poco dopo averlo dato alla luce. I giudici sono stati clementi perché, per la
legge italiana, in determinati casi, l'infanticidio prevede le attenuanti delle
"cause d'onore". Antonella P.
è una ragazza madre.
Rosanna A. aveva sedici anni. Era felice, quando conobbe il bel ragazzo
forestiero che le promise di sposarla. Per
Rosanna, quella promessa era tutto: una vita nuova, in un mondo diverso,
lontano dalla fatica e dallo squallore del paese. Ed era felice quando offrì in dono al
fidanzato la sua giovinezza. Ma
quand'egli scomparve, Rosanna rimase sola con il suo dolore e una creatura in
grembo. Al dolore si rassegnò, ma come
avrebbe potuto presentarsi agli occhi dei genitori, che erano poi gli occhi di
tutti, con la prova del suo errore e della sua colpa? Una vecchia praticona, per poche migliaia di
lire, s'offrì di liberarla dall'incomodo fardello. Ma l'obliqua creatura uccise, con la vita che
stava per nascere, anche la giovanissima mamma. [...]
Gli aborti, che in Italia hanno raggiunto l'ordine delle
centinaia di migliaia costano terribilmente cari e non tutti possono pagare
cifre che oscillano fra le 50 e le 200 mila lire per un intervento. Alla
stregua dei negozianti di prodotti elettrodomestici, medici di pochi scrupoli
hanno introdotto il meccanismo del pagamento rateale anche nell'"industria
dell'aborto". E di questo passo si giungerà alla
"cambialetta" mensile.
[...]
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