Ci sono moralisti che parlano male dei mass media e li considerano
prodotti irrecuperabili di una società industriale che svolge, attraverso le "strisce"
dei fumetti o le trasmissioni di quiz televisivi, giorno per giorno, il suo terribile
programma pedagogico, proponendo miti acritici, facendo dei vari Superman o Dick
Tracy, come già un tempo della piccola orfana Annie e di Terry e i Pirati, gli
strumenti di una persuasione occulta pari a quella perpetrata nei cartelloni pubblicitari
pensati in Madison Avenue o nei film-rivista in tecnicolor manipolati a Hollywood.
E tutto questo è vero e terribilmente preoccupante. Ma per
quanto sia determinato da una situazione storica e sociale, un mezzo di espressione,
quando trova le vie dell'autenticità e viene adoperato da un vero artista, trova
sempre il modo per diventare giudizio, critica, protesta contro quello stesso mondo
da cui è nato. Accanto ai fumetti di Superman
abbiamo i Peanuts: dall'evasione fantastica irresponsabile alla critica di una cultura,
dal cattivo gusto all'arte; è un passaggio che si attua sempre nell'ordine del fumetto.
Ma passando attraverso al fumetto si può
arrivare alla Letteratura (con la maiuscola). I moralisti, come tutti i moralisti di professione,
col persistere nel loro rifiuto, diventano in definitiva immorali.
Vogliamo invece un moralista vero, un artista che continui la
tradizione di Voltaire, ma lo faccia nel solo modo intelligente possibile, rivolgendosi
cioè agli uomini del proprio tempo coi mezzi più acconci e immediati? È Jules
Feiffer. [...]
dalla presentazione
(Jules Feiffer - Il complesso facile (guida alla coscienza inquieta),
Bompiani 1962
Nessun commento:
Posta un commento