Uccide, ricatta, rapina, sfida le leggi dello Stato
Nessuno può sfuggire al suo potere: nemmeno i frati
Che cos'è questa misteriosa
"associazione" che arriva con le sue maglie in tutte le
grandi città d'Italia, che ha agenti in tutto il mondo (prima della
rivoluzione cubana, tutte le case da gioco dell'Avana erano
controllate o pagavano un tributo a un siciliano, riconosciuto membro
della Mafia) e, si dice, spadroneggia anche negli Stati Uniti? Che
cos'è questa "organizzazione" che talvolta (molto di rado,
a dire il vero) protegge i deboli e gli inermi contro le prepotenze e
più spesso li ricatta, li rapina, li costringe alla complicità e al
silenzio, e li uccide quando si ribellano? [...]
In Sicilia, la potenza
personale (non la legge) è considerata la sola difesa valida, la
sola garanzia della sicurezza dell'individuo. La potenza personale
si conquista in vari modi, con le amicizie, le parentele, i favori
fatti, le prepotenze, le violenze. Potente è colui che è legato a
un potente da vincoli di gratitudine. Potente è colui che può
fare paura a un altro potente ma meno potente di lui. Si "fa
paura" in molti modi, minacciando la rovina, la fame, la perdita
del posto, il disonore. In ultima analisi si fa paura minacciando
il proprio avversario di morte, quando si hanno notoriamente i mezzi
e i complici fidati a propria disposizione per mettere in atto la
minaccia.[...]
"Nella società siciliana, tutte
le relazioni si fondano sul concetto degli interessi individuali e
dei doveri tra individuo e individuo. Da un lato (si riscontrano)
una fedeltà, una energia nelle amicizie fra uguali e nella devozione
da inferiore a superiore, che non conosce limiti, scrupoli, o
rimorsi. I singoli individui si raggruppano gradatamente intorno a
uno o più potenti, qualunque sia la ragione di questa potenza: la
maggiore ricchezza ed energia di carattere o l'astuzia o altro. Gli
interessi loro vanno gradatamente accomunandosi. I più potenti
adoperano a vantaggio degli altri la loro forza e la loro influenza,
gli altri mettono al servizio di quelli i mezzi di azione meno
poderosi di cui dispongono.
"Ogni persona che abbia bisogno di
aiuto per qualunque oggetto, per far rispettare un suo diritto come
per commettere una prepotenza, è un nuovo cliente. I capi di ogni
clientela cercano di arruolare, a vantaggio loro, tutte le forze che
trovano esistenti. Cercano così l'alleanza dei malfattori come
quella dei rappresentanti del potere giudiziario e politico. E per
acquistare ciascuna di queste alleanze impiegano i mezzi più adatti.
"Aiutano il malfattore a sfuggire
alle ricerche della polizia, ne procurano l'evasione se è in
carcere, l'assoluzione (e ognuno immagini con quali mezzi) se è
sotto processo e non può evadere... Per procurarsi l'alleanza
delle autorità giudiziarie e politiche impiegano l'inganno o la
corruzione”. Oppure impiegano i favori, l'apporto di voti per i
deputati, le raccomandazioni ai loro capi per i funzionari, e via
discorrendo.
I legami tra il cittadino privato e la
Mafia, nella Sicilia occidentale, sono costanti e inevitabili.
Affittate una villetta al mare vicino a Palermo? Vi mancheranno,
durante la notte, le sedie a sdraio, la canna di gomma del giardino,
una bicicletta.... Dovete rivolgervi al mafioso locale, badando
che sia quello vero e non uno che si spaccia per tale. La parola
“mafioso” non si pronuncia mai.
[…] si dice, molto più modernamente,
“un elemento qualificato”. Il mafioso vi consiglia di pagare
un piccolo stipendio a un guardiano notturno di sua fiducia,
probabilmente lo stesso che ha commesso i furti. Da quel giorno non
vi mancherà più nulla.
[...]La Mafia è dunque una federazione
sciolta e libera di gruppi di prepotenti. […] Nelle città ce ne
sono diversi, uno per quartiere. A Palermo ce ne sono decine: la
Mafia dei giardini (agrumeti), la Mafia dell'acqua per l'irrigazione,
la Mafia dei mercati generali, Mafie dedicate a estrarre tributi da
attività commerciale o industriale, Mafie politiche e via
discorrendo. Tutta questa gente, nelle campagne e nelle città,
serve fedelmente il proprio capo che dà a ognuno la sua protezione,
e combatte per lui, talvolta senza sapere il perché delle proprie
azioni. […]
Scopo della Mafia antica era il potere
e, secondariamente, solo incidentalmente il denaro. Scopo della
Mafia d'oggi è quel tanto potere necessario per ottenere denaro,
denaro, denaro, in tutti i modi, con tutti i mezzi, senza badare per
il sottile. I giovani più audaci hanno capito che le grosse somme
si fanno col traffico di cocaina, eroina, morfina, marijuana. Un
piccolo carico di stupefacenti sbarcato a New York produce quanto una
vita intera dedicata al furto delle pecore e al ricatto dei
proprietari agricoli. Le droghe viaggiano, nel bagaglio di qualche
povero emigrato, tornato al paese per rivedere i parenti. Vengono
nascoste nel ventre della bambola della bambina, nel sottofondo della
valigia, nella culla del neonato, o in cento altri posti. […]